L’esperienza quotidiana di ogni bambino è molto legata agli spostamenti per la strada urbana: per raggiungere la scuola, i luoghi del tempo libero e quelli degli affetti.
Partecipare alla circolazione stradale costituisce un apprendimento che inizia in età precoce: è un percorso progressivo, dalle molteplici stimolazioni sensoriali fino al personale rapporto con le regole stradali stabilite per tutelare la vita e la convivenza civile.
Per molti bambini queste esperienze quotidiane avvengono soprattutto come passeggero trasportato che osserva la realtà dal finestrino di un’auto, per passare poi rapidamente al sellino di un ciclomotore: la mancata possibilità di confrontarsi progressivamente con i rischi reali non consente all’adolescente di maturare una propria corretta percezione del pericolo in un ambiente destinato a soddisfare il crescente bisogno di mobilità autonoma.
L’eccessiva enfasi sulla guida di un veicolo come principale risposta alla mobilità distoglie l’attenzione da una lunga serie di apprendimenti legati al contesto della strada come ambiente sociale, in cui ogni bambino impara in modo informale ed efficace ad auto-proteggersi camminando e pedalando.
Per molti bambini queste esperienze quotidiane avvengono soprattutto come passeggero trasportato che osserva la realtà dal finestrino di un’auto, per passare poi rapidamente al sellino di un ciclomotore: la mancata possibilità di confrontarsi progressivamente con i rischi reali non consente all’adolescente di maturare una propria corretta percezione del pericolo in un ambiente destinato a soddisfare il crescente bisogno di mobilità autonoma.
L’eccessiva enfasi sulla guida di un veicolo come principale risposta alla mobilità distoglie l’attenzione da una lunga serie di apprendimenti legati al contesto della strada come ambiente sociale, in cui ogni bambino impara in modo informale ed efficace ad auto-proteggersi camminando e pedalando.