La Campagna
La partecipazione italiana



Sicuro che mi allaccio
Si tratta di un progetto pluriannuale attivato nel 2007, finalizzato a favorire l’adozione di uno specifico comportamento di auto-tutela durante i viaggi su veicoli a quattro ruote motorizzati. La campagna, realizzata in collaborazione con l’Osservatorio per l’Educazione Stradale e la Sicurezza della Regione Emilia Romagna, si è concentrata in due edizioni:
- nel periodo aprile/giugno 2007 nei Comuni di Argenta, Masi Torello, Portomaggiore, Voghiera (FE);
- nel periodo gennaio/giugno 2008 nei Comuni di Rimini, Coriano, Bellaria-Igea Marina, Riccione, Santarcangelo di Romagna, Verucchio (RN).
Considerato l’elevato coinvolgimento dei bambini e l’indice di gradimento da parte dei genitori, si è deciso di prolungare la fase di sensibilizzazione anche durante le attività dei Centri Ricreativi Estivi del 2007, 2008, 2009, di proseguire le attività con le classi scolastiche anche per gli a.s. 2008/09 e 2009/10.
Le attività sono coordinate da un gruppo di lavoro misto, composto da psicologi di S.I.P.Si.Vi., membri dell’Osservatorio per l’Educazione Stradale e la Sicurezza della Regione Emilia Romagna, operatori della Polizia Locale.
Le azioni realizzate nel 2007 e nel 2008 sono state confinanziate al 50% attraverso il progetto europeo EUCHIRES, Europe Child Restraint System; la restante quota di co-finanziamento è stata sostenuta in parte dall’Osservatorio per l’Educazione Stradale e la Sicurezza della Regione Emilia Romagna e in parte dai singoli Comuni partecipanti, calcolata sulla base della popolazione da raggiungere.

L’ attuale prosecuzione avviene attraverso risorse interne di ciascun partner italiano.

L’accettazione di nuove misure
Secondo stime dell’Istituto Superiore di Sanità, la prevalenza d’uso delle cinture di sicurezza a fine anni ’90 era stimata intorno al 5%, poco prima dell’introduzione della obbligatorietà (1993) salì intorno al 10%, per raggiungere, con legge in vigore, livelli intorno all’80%. Questo incremento non si è rivelato stabile ed è declinato rapidamente assestandosi intorno al 30% d’uso. Un nuovo determinante incremento si è registrato con l’introduzione della patente a punti (1 luglio 2003). In seguito, la Direttiva Europea 2003/20/CE è stata adottata in Italia con il Decreto Legislativo n. 150 del 13 marzo 2006, cui ha fatto seguito la Circolare del Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, N. 300/A/1/52739/109/123/3/4 del 14 luglio 2006, avente per oggetto “Decreto legislativo 13 marzo 2006, n. 150 – Attuazione della direttiva 2003/20/CE che modifica la direttiva 91/671/CEE. Nuove disposizioni relative all’uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini sugli autoveicoli”.

La consapevolezza di un problema
Attualmente, i dati del sistema nazionale di monitoraggio -limitato all’uso delle cinture di sicurezza sui sedili anteriori- indicano una media del 70% d’uso, con proporzioni assai variabili all’interno del nostro Paese; la proporzione di utilizzo delle cinture posteriori risulta ancora trascurabile. Le percentuali d’uso risultano prossime al 100% in autostrada, mentre in ambito urbano l’allacciamento risulta inferiore rispetto all’ambito extraurbano (Taggi, I.S.S., 2007). Per quanto riguarda i bambini, i dati forniti da ISTAT e da I.S.S. evidenziano che in Italia annualmente una media di 11.000 bambini di età compresa fra 0 e 14 anni resta ferita in incidenti stradali, circa 130 -150 muoiono in seguito all’incidente. Di queste vittime, risultano passeggeri di automobili 62 bambini deceduti nel 2003 (24 decessi fra 0 - 5 anni, 23 decessi fra 10 e 14 anni), saliti a 84 nel 2004 (30 le vittime fra 0 e 5 anni, 22 da 6 a 9 anni, 32 da 10 a 13 anni); nella maggior parte dei casi i bambini passeggeri deceduti in incidenti stradali non erano protetti dagli appositi sistemi di ritenuta. Nel 2005, rispetto al 2004, si è registrato un leggero calo per i feriti (-1,7%) ma un incremento di 13 decessi (pari al 15,5%), per cui risulta un totale di 97 i bambini che hanno perso la vita sulla strada. Sul territorio individuato per l’attivazione del progetto, nel 2007 in provincia di Rimini hanno fatto ricorso alle cure ospedaliere in quanto infortunati in incidenti stradali ben 98 bambini di età compresa fra 0 e 12 anni (Provincia di Rimini, Ufficio Statistica). Per quanto riguarda le infrazioni all’art. 172 del CdS (Uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini), una ricerca pubblicata da ACI riporta che nel 2006 -nei Comuni capoluogo di Provincia- la Polizia Municipale ha rilevato complessivamente 58.922 infrazioni all’art. 172 CdS.

Tutti gli esperti internazionali concordano sul fatto che aumentare il tasso di allacciamento delle cinture di sicurezza costituisce il metodo più economico e probabilmente più efficiente per ridurre il numero delle vittime e dei feriti gravi sulla strada. Una volta acquisita l’abitudine, questo metodo funziona da solo, ed è contagioso, specialmente a partire dai bambini verso gli adulti. Occorre però ricordare che, passando dal trasporto quotidiano sull’automobile - tipico del periodo scolastico - ad un utilizzo meno intensivo di questo mezzo di trasporto, diminuisce anche l’abitudine all’utilizzo dei sistemi di ritenuta: quest’ultimo non è infatti un comportamento di sicurezza che si auto-alimenta, ma necessita di diversi rinforzi per essere adottato sempre, anche quando si verificano intervalli temporali fra un viaggio e l’altro: solo così diventa una vera abitudine a cui non si può rinunciare.